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Il piano del PUT
di Franco Isman


PUT 1999

Monza, come del resto tutte le città, grandi o piccole, ha il grave problema del traffico, che soffoca la vita cittadina ed inquina l'aria a livelli pericolosi per la salute. Strade e piazze, che una volta appartenevano ai cittadini, sono diventate piste automobilistiche e parcheggi. Del resto se così è, la colpa è certamente anche di noi cittadini che, per qualsiasi spostamento, anche piccolo, pretendiamo di usare la macchina. E' chiaro che si devono trovare dei rimedi, ed è anzi obbligatorio per legge.

 

Il Piano generale del traffico urbano, di cui si tratta attualmente, rappresenta un preciso obbligo di legge ed è stato anzi presentato in ritardo rispetto al termine, fissato al 30 giugno 1998.
Purtroppo si continua ad agire in modo non coordinato, con un Piano regolatore, sempre in fase di approvazione, che non si è quasi occupato dei problemi del traffico e con entrambi i piani redatti senza interpellare la locale azienda dei trasporti pubblici TPM (ex AMSA) che pure verrà chiamata a svolgere una importante funzione. Il Piano dei parcheggi, che è parte fondamentale della politica del traffico, viaggia per conto suo, rispettando solo parzialmente le previsioni di quello del traffico ed è recentissima la decisione dell'amministrazione comunale di partire al più presto con l'introduzione della sosta a pagamento in tutto il centro storico.
La scelta non pare felice in quanto, mentre da un lato provoca l'opposizione di importanti categorie di cittadini, da sola non è certamente sufficiente a risolvere i problemi. Il timore è che questo intervento provochi di fatto un rinvio alle calende greche dei provvedimenti viabilistici previsti dal Piano generale del traffico, che infatti giace alla Commissione traffico e chissà quando completerà il suo iter burocratico, e che tutto resti come prima.
Sarebbe invece di grande importanza portare avanti con decisione e coraggio il progetto nella sua globalità e, nel medesimo tempo, accelerare la realizzazione dei posteggi interrati previsti nel Piano regolatore, e confermati in quello specifico, di piazza Citterio, piazza Castello e piazza Trento e Trieste (al quale l'estensore di queste note è personalmente contrario).
L'impressione purtroppo è quella di una grave inerzia, come del resto avviene in altri settori dell'amministrazione pubblica: le Circoscrizioni commissariate, che quindi non svolgono la loro importante funzione di raccordo con la cittadinanza dei quartieri, la ritardata nomina del Difensore civico, che impedisce la possibilità ai cittadini di opporsi ad eventuali prevaricazioni dell'amministrazione, ed ai consiglieri comunali il ricorso contro decisioni della giunta ritenute illegali.

Fr. I.

 
E' stato presentato nello scorso dicembre dall'amministrazione comunale una bozza di Piano generale del traffico urbano, redatta dal Centro Studi Traffico di Milano, che rappresenta il primo stadio di un progetto più complesso: questa bozza, sottoposta alle circoscrizioni (quattro su cinque commissariate) ed alle associazioni di categoria, è attualmente all'esame della Commissione traffico, poi dovrà essere rielaborata e completata dai progettisti ed infine discussa ed approvata dal consiglio comunale. Un iter piuttosto lungo, che si sta svolgendo con ritardi non compatibili con l'adozione del piano entro la prossima estate, come sarebbe necessario per effettuare le modifiche viabilistiche previste durante le ferie estive.
Il piano si basa su analisi dei flussi di traffico nelle principali arterie cittadine, periferiche e centrali, su indagini statistiche origine-destinazione, sul rilevamento degli inquinamenti acustico ed atmosferico in diversi punti della città e sulla disponibilità ed occupazione dei parcheggi, liberi e custoditi, nelle diverse ore del giorno e della notte; il tutto raffrontato con i dati disponibili degli anni 1990-91. L'osservazione fondamentale che se ne ricava è che i tre quarti circa del traffico che interessa il centro storico (80.000 automezzi al giorno) non è diretto o proveniente al o dal centro stesso ma è di puro attraversamento.
Gli obiettivi che il piano si pone a breve termine, e quindi tenendo conto della viabilità attuale (con la sola integrazione dei sottopassi ferroviari di via Rota e via Messa, in via di realizzazione), sono in massima parte condivisibili e peccano, semmai, di scarsa incisività. Si vuole, in particolare, mantenere l'accessibilità al centro per il traffico “operativo” e cioè con soste brevi, scoraggiando le soste giornaliere dei pendolari; penalizzare l'attraversamento puro e semplice del centro, e cioè il traffico parassita, oggi dominante, con la chiusura di alcuni tratti di vie; incentivare l'uso dei mezzi di trasporto pubblico, treno e bus, migliorando il servizio con l'aumento della frequenza e prevedendo per i bus percorsi riservati; recuperare ai cittadini ambiti urbani degradati o di particolare pregio ed infine incentivare l'uso delle biciclette con la realizzazione di piste ciclabili lungo alcune vie, trasformate a senso unico.
La bozza di piano si occupa essenzialmente della viabilità che interessa il centro storico, trascurando quella relativa ai quartieri periferici che pure avrebbero bisogno di attenzione ed interventi per migliorarne la vivibilità, eliminando anche qui le percorrenze parassite di puro attraversamento che oggi paralizzano in alcune zone il traffico locale.
Gli interventi viabilistici previsti consistono, fondamentalmente, nel trasformare a senso unico (in senso orario) l'anello di circonvallazione attorno al centro storico (costituito dalle vie Manzoni, Appiani, D'Azeglio, Zanzi, Villa, Aliprandi e Visconti); nel rendere a senso unico, in entrata od in uscita, anche le principali vie radiali di accesso (via Lecco, via Petrarca, viale regina Margherita, vie Prina e Monti e Tognetti, vie Gottardo, Pavoni e Cavour, via Solferino, vie Agnesi, Marsala e Romagna) e nel chiudere al traffico privato, fatta eccezione per i residenti, la via Dante e la via Bergamo, ricavandone piste ciclabili e percorsi protetti per minibus ecologici di collegamento fra il centro e rispettivamente i parcheggi dell'ospedale nuovo e del Parco e quello dello stadio. I sensi unici previsti potranno essere modificati, in base ai suggerimenti pervenuti dalle diverse associazioni ed a quelli della commissione traffico, ma il concetto base deve essere salvaguardato. E' di importanza fondamentale che, sentite ed attentamente considerate le osservazioni e le proposte di associazioni, enti e singoli cittadini, l'amministrazione abbia poi il coraggio di decidere nell'interesse prevalente della collettività, superando critiche ed opposizioni che certamente ci saranno, anche molto forti.
Parallelamente agli interventi viabilistici, è prevista la regolamentazione della sosta non solo nel centro storico ma in tutta la corona circostante (delimitata dalle vie Mentana, Volturno, Pellettier, Stelvio, Cesare Battisti, Boccaccio, Canova e Buonarroti) con l'applicazione di tariffe differenziate e cioè più care in centro e via via meno care andando verso l'esterno, con l'esenzione per i residenti.
A questo proposito, è recentemente partita una iniziativa dell'amministrazione comunale, slegata dal Piano del traffico, che prevede l'introduzione dei parcheggi a pagamento, con il sistema del “gratta e sosta”, già sperimentato in molte città italiane, fra cui Milano e Roma, per tutto il centro storico. Purtroppo siamo di nuovo all'adozione di provvedimenti parziali, insufficienti da soli a risolvere i problemi e che, di fatto, rallentano od annullano la soluzione globale.
Il Piano generale del traffico urbano rappresenta solo la prima fase di un progetto molto più complesso che prevede la successiva stesura di piani particolareggiati e dei relativi progetti esecutivi e dovrà integrarsi con il piano dei parcheggi e le modifiche ai sistemi di trasporto pubblico. Esso però è costituito da un pacchetto coordinato ed integrato di interventi che, come espressamente previsto dalla legge, dovrebbe essere realizzato nell'immediato ed aggiornato con cadenza biennale. Certamente non dovrebbe essere tenuto nel cassetto, come avvenuto in passato.

Franco Isman


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 maggio 1999