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Il Piano generale del traffico urbano, di cui si tratta attualmente, rappresenta un preciso obbligo di legge ed è stato anzi presentato in ritardo rispetto al termine, fissato al 30 giugno 1998.
Purtroppo si continua ad agire in modo non coordinato, con un Piano regolatore, sempre in fase di approvazione, che non si è quasi occupato dei problemi del traffico e con entrambi i piani redatti senza interpellare la locale azienda dei trasporti pubblici TPM (ex AMSA) che pure verrà chiamata a svolgere una importante funzione. Il Piano dei parcheggi, che è parte fondamentale della politica del traffico, viaggia per conto suo, rispettando solo parzialmente le previsioni di quello del traffico ed è recentissima la decisione dell'amministrazione comunale di partire al più presto con l'introduzione della sosta a pagamento in tutto il centro storico.
La scelta non pare felice in quanto, mentre da un lato provoca l'opposizione di importanti categorie di cittadini, da sola non è certamente sufficiente a risolvere i problemi. Il timore è che questo intervento provochi di fatto un rinvio alle calende greche dei provvedimenti viabilistici previsti dal Piano generale del traffico, che infatti giace alla Commissione traffico e chissà quando completerà il suo iter burocratico, e che tutto resti come prima.
Sarebbe invece di grande importanza portare avanti con decisione e coraggio il progetto nella sua globalità e, nel medesimo tempo, accelerare la realizzazione dei posteggi interrati previsti nel Piano regolatore, e confermati in quello specifico, di piazza Citterio, piazza Castello e piazza Trento e Trieste (al quale l'estensore di queste note è personalmente contrario).
L'impressione purtroppo è quella di una grave inerzia, come del resto avviene in altri settori dell'amministrazione pubblica: le Circoscrizioni commissariate, che quindi non svolgono la loro importante funzione di raccordo con la cittadinanza dei quartieri, la ritardata nomina del Difensore civico, che impedisce la possibilità ai cittadini di opporsi ad eventuali prevaricazioni dell'amministrazione, ed ai consiglieri comunali il ricorso contro decisioni della giunta ritenute illegali.
Fr. I.
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